
Le grotte della Valle Albina
Tra i percorsi più affascinanti di Albino, c’è quello alle grotte della Valle Albina: un itinerario ricco di storia, natura e sorprese geologiche.
Lungo l’antica via Mercatorum, che collega Albino ad Aviatico e Selvino, si snoda un sentiero ricco di punti d’interesse, tra le cave di alabastro, importante centro estrattivo sin dal Cinquecento, oggi raro esempio di archeologia industriale in ambiente montano, e diverse grotte naturali.
Grazie al lavoro dei volontari del CAI Albino e delle associazioni locali, oggi questi luoghi sono finalmente accessibili e ben segnalati, pronti per essere scoperti da tutti.
LE CAVE DI ALABASTRO
Deviazione segnalata poco dopo “Ol Quader”
Circa 20 minuti di salita
Questa è la prima grande scoperta lungo il cammino. Seguendo la segnaletica, si raggiungono le antiche cave di alabastro di Albino, attive dal XVI secolo fino ai primi del ‘900. Oggi sono nuovamente accessibili grazie a una breve salita su scalini.
Una volta giunti alla grotta è possibile accedervi, osservare la formazione dell’alabastro e ammirare un blocco levigato, così da vedere la trasformazione da roccia grezza a materiale prezioso.
Un tuffo nella storia mineraria del territorio, oggi immersa nella natura.
PARADIS DI ASÈGN (IL PARADISO DEGLI ASINI)
Segnalato lungo la mulattiera, dopo l’Albina
Una delle meraviglie più spettacolari del percorso: una grotta modellata dall’acqua che ha scolpito pareti di forme e colori suggestivi.
Attenzione: l’accesso richiede di salire alcuni gradini con corde fisse. È un tratto breve ma per escursionisti esperti (segnalato come EE).
Chi preferisce può osservarla dal basso, dove è comunque ben visibile.
In questa grotta sono stati ritrovati oggetti e monete di epoca romana.
È presente anche una parete d’arrampicata per i più sportivi.
BUS DE LA SCABLA
Poco oltre il Paradis di Asègn
Situata nel comune di Aviatico
Un’altra grotta di straordinario valore storico: un luogo di sepoltura e culto attraverso i millenni.
I ritrovamenti archeologici effettuati all’interno del Bus de la Scabla attestano la frequentazione della grotta a partire dall’Età del Rame fino alla tarda epoca romana.
Le caratteristiche dei materiali rinvenuti – in particolare la presenza di numerosi resti scheletrici umani e la scarsità di ceramiche – escludono un uso abitativo della cavità.
Più verosimilmente, la grotta fu utilizzata a scopo sepolcrale o per frequentazioni occasionali legate a pratiche cultuali.
I reperti identificati si riferiscono a tre diverse epoche storiche, testimoniando la continuità (anche se sporadica) dell’utilizzo del luogo attraverso i secoli:
Età del Rame (fine III millennio a.C.)
Età del Ferro (VIII–V secolo a.C.)
Epoca Romana (I secolo a.C. – IV secolo d.C.).
OL BUS DE LA COMAR (IL BUCO DELLA COMARE)
Ultima deviazione prima di Selvino
Ancora una grotta, ancora ritrovamenti archeologici: nel Bus della Comar sono stati scoperti reperti romani, come nel Paradis di Asègn.
Crediti fotografici: Mauro Monachino Fotografia